200 post sul blog del vostro fototecnico di montagna preferito.
Voglio festeggiare.
Dal 2009 ho scritto 200 post (questo compreso) che spaziano sulla fotografia fino ad arrivare là dove nessun fototecnico era mai giunto prima, parlando di blurfo, lanterne cinesi, lens flares, led kites, aeromodelli, bolle di sapone, bottoni e sfere, misteri misteriosi, bengala e paracadutisti e reinventando un complottone sempreverde: il Moon Hoax...il tutto condito da pettegolezzi (F)Ufologici, primedonne, fanfaroni e fuffatruffatori vari. Oltre che della Sindrome di Thor, termine che ho modestamente inventato io. Mica pizza e fichi, eh!
E come dicevo prima, voglio festeggiare. E l' unica maniera che ho di condividere i festeggiamenti con voi è darvi un articolo epico, uno che si possa ricordare e linkare perennemente agli amici dicendo "ehi, guarda qua che sbiancata!".
E come tutte le feste che si rispettino, anche stavolta c'è l' imbucato. il non invitato, che però s' intrufola e mangia e beve a sbafo. Quello che comincia i discorsi con "lo sapevi che mio cugino ha...." o anche "la Ferrari posteggiata fuori è la mia" a una delle ragazze della festa, per sentirsi rispondere "quella è mia".
Ora ve lo indico, così lo evitate e magari lo buttate nella piscina alla fine della festa.
Non è riscaldata. (e naturalmente, quest' ultima parte è una battuta, lo dico per i diversamente intelligenti che seguono fanaticamente il nostro amico, mettete via le torce e i forconi e leggete).
Chi è l' imbucato?
E' il Sig. Benni.
Lo so, voi direte "ancoranoooochepallecòsticazzdinfrarossifasullidelmenga!".
Eh, lo so. Però credetemi è necessario. Non sto scherzando.
E' necessario per evitare che in futuro giovani (F)Ufologi vadano in giro a raccontare e affermare che una normale fotocamera...o meglio, una video\fotocamera di medio livello, possa effettuare delle riprese ad infrarosso riuscendo a rilevare la "traccia termica" degli oggetti "caldi" perché "lo ha detto il responsabile settore scientifico del CUN ".
Io non ho personalmente nulla contro il Sig. Benni.
Però sono estremamente divertito dalle sue boutades sulla fotografia e sulla fototecnica, visto che alla prova dei fatti fallisce miseramente. Il fatto è che è risultato più volte incompetente sulla materia fotografica e fototecnica, oltre che aver dimostrato ampiamente di non conoscere minimamente nemmeno i fondamenti basilari della fotografia.
E non lo affermo io: lo prova lui ogni volta che cerca d' insegnare qualcosa (di sbagliato) sulla fotografia.
La prova definitiva. La fotocamera di Benni l' hanno costruita a Mordor. E' magica! |
Dov ero arrivato? Ah, si...il Sig.Benni alla fine della querelle aveva inserito nel "thread "maledetto" una simpatica immagine, scattata con la sua videocamera "magica".
Per poi chiudere il thread di discussione. Il Re è nudo! Lunga vita al Re!
Però Benni, come nella migliore tradizione degli scherzetti PhotoBusteriani non sapeva che il sottoscritto aveva già provato precedentemente a riprendere i due bicchieri citati nella richiesta della "prova inconfutabile".
E nei miei scatti i bicchieri risultano identici. Nemmeno un alone luminoso. Nulla.
(e lo sapevo già dalla scheda tecnica contenuta nelle istruzioni della mia videocamera).
....ecco il tessssoro |
Ma a questo punto, è d' obbligo un' analisi con comparazione dello scatto accompagnato dalle affermazioni del testimone.
Trattiamolo come un qualsiasi caso Ufologico.
Quindi scrolliamoci di dosso qualsiasi antipatia, preconcetto, opinione o spada tratta in difesa di quesllo e quell' altro. Dimentichiamocene.
Professionalità, innanzitutto. Sono un FotoTecnico, che diamine!
LA STRUMENTAZIONE
L' apparecchiatura utilizzata dal testimone è una Sony DCR-TRV25E, apparecchiatura in grado di effettuare riprese tradizionali, sia di rilevare l' infrarosso vicino in modalità "nightshot" e cioè di riprendere scene al buio con l' aiuto di due illuminatori IR montati sul fronte della telecamera. Se è presente luce ambientale (fioca, non può essere utilizzata in riprese diurne) gli illuminatori possono essere disattivati: basta la luce di una candela per illuminare la scena. Il trucco è semplice, una leva disabilita la schermatura del CCD all' infrarosso vicino e vengono utilizzati tramite il software interno guadagno del CCD unito alla diaframmatura e alla velocità di otturazione. Certo le riprese in questa modalità non sono la fine del mondo, ma tant'è.
Per chiarire COSA può riprendere la DCR-TRV25E, ecco un pratico schemino trovato da OggettoVolanteIdentificato accompagnato da una disamina del funzionamento: impeccabile tecnicamente, ecco cosa si può fare semplicemente documentandosi: capire invece che credere...leggetela...è "illuminante".
Nelle due curve sulla destra, potete notare come la prima curva di sensibilità allo spettro visibile culmini a 700nm, e quindi già all' interno dello spettro infrarosso: tutte le fotocamere funzionano bene o male nello stesso range.(come tutte le fotocamere rileva ad esempio la luce generata da diodi IR come quelli comunemente montati sui telecomandi). La curva si riferisce naturalmente al funzionamento standard.
Utilizzando la funzione "nightshot", il sensore diventa sensibile allo spettro infrarosso fino a 800nm.
Ben poca cosa in più in verità. Non è sufficiente a rilevare il calore.
Ma come già detto prima, la telecamera in questione rileva solo zone illuminate con gli illuminatori IR incorporati oppure utilizzando deboli fonti di luce ambientale e\o fonti d' irraggiamento IR, come ad esempio il metallo riscaldato di un fornello: e NOTA BENE non rileva la traccia termica del fornello, ma solo una parte d' irradiazione IR a cui è sensibile la video\fotocamera, e cioè 800nm circa, mentre un altro esempio è il diodo LED-IR del vostro telecomando preferito: anche se avete una fotocamera senza nightshot provate a puntare il LED nell' ottica e lo vedrete accendersi...e il LED-IR del vostro telecomando NON è caldo, vero?
Insomma, se non è chiaro...leggetevi il manuale d' istruzioni. Evidentemente il Sig. Benni NON lo ha letto.
Altrimenti saprebbe. E non farebbe questi errori. (per i pigroni: le pagg 43 e 286 sono le più salienti).
E allora come facciamo a verificare le affermazioni del testimone? Semplice, bisogna fare delle prove a tutto campo, con scatti che duplichino le condizioni dell' esperimento del testimone, e con tutti i tipi di fotocamere sensibili allo spettro infrarosso: una fotocamera tradizionale, una fotocamera dotata di nightshot come quella utilizzata dal testimone, una fotocamera reflex modificata a sensibilità più ampia su infrarossi e ultravioletti e infine un termografo, e cioè l' unico apparecchio tecnicamente capace di rilevare effettivamente il "calore".
Solo così si può verificare se un' affermazione corrisponde alla realtà. La Scienza NON è democratica. Scarta tutto quello che è fuffa e che non funziona. Semplice.
E se non siete d' accordo tiro fuori il mio Unicorno Rosa Invisibile.
Le condizioni dell' esperimento sono semplici, due bicchieri, uno riempito d' acqua calda (a sinistra) e uno riempito d' acqua fredda (a destra) e fotografati semplicemente con l' attrezzatura a disposizione.
Ho chiesto pubblicamente l' aiuto del pubblico e sono arrivati diversi contributi. Eccoli.
Cominciamo con la fotografia standard, luce ambientale, nessuna illuminazione flash.
crediti: Claudio Longagnani, per gentile concessione (e le birre che gli devo per la consulenza salgono di numero...) |
(bella scoperta, eh?)
Ecco uno scatto con nightshot, senza illuminazione IR, senza luce ambientale.
Il puntino chiaro che vedete è il display del mio cellulare appoggiato su una mensola poco distante dal tavolo, che si riflette casualmente in uno dei bicchieri.
Crediti: Paolo Bertotti, con video\fotocamera Panasonic DV NV-DS25E, anch' essa equipaggiata con funzione "nightshot" a 0 lux. |
Ecco uno scatto con nightshot, con luce ambientale e senza illuminatori IR attivati (o meglio, li ho coperti...la mia videocamera non dispone di un interruttore).
Crediti: Paolo Bertotti, con video\fotocamera Panasonic DV NV-DS25E, anch' essa equipaggiata con funzione "nightshot" a 0 lux. |
Si nota la rifrazione della luce attraverso di essi.
Ecco uno scatto con nightshot utilizzando l' illuminatore IR
Crediti: Paolo Bertotti, con video\fotocamera Panasonic DV NV-DS25E, anch' essa equipaggiata con funzione "nightshot" a 0 lux. |
Solo la rifrazione dei LED IR montati sulla mia telecamera. Anche qua i bicchieri risultano trasparenti, come l' acqua.
Anche OggettoVolanteIdentificato ha prodotto degli scatti, da lui assemblati.
O.V.I. accompagna la foto con la seguente legenda:
"Ti allego per comodità l'assemblato delle foto relative all'acqua.
Foto1 acqua bollente (99°)
Foto 2 acqua fredda (5°)
Foto 3 nightshot acqua bollente (99°)
Foto 4 nightshot acqua fredda (5°)
Foto sottostanti, temperature e dimensioni dei bicchieri (vedi cappuccio della penna parzialmente coperto dalla scritta che ho aggiunto io (N.d.P) )
Foto 30-100 X Fotografia con ingrandimento compreso tra 30 e 100 X della superficie dell'acqua bollente, nella inutile speranza di rilevare qualcosa.
Per tutte le immagini ho usato un microscopio USB Veho 2Mp privo di filtri-luce ma particolarmente esuberante per quanto concerne la cattura degli IR."
Quindi finora possiamo concludere che le fotocamere con nightshot non riescano a rilevare la "traccia termica" di cui parla il Sig. Benni. E potrebbe bastare...ma non appagato abbastanza, offro anche la verifica eseguita con una fotocamera modificata per rilevare infrarossi e ultravioletti.
Le specifiche: Reflex FujiFilm modificata a sensibilità nel range dei 300-1000nm con firmware e un processore L-RGB dedicato al suo interno. Sull' ottica è montato un filtro standard Baader IR pass con range tra i 700 e i 1400nm, un filtro standard comunemente montato su fotocamere modificate.
Il donatore ha preferito restare anonimo.
Aggiungo solo che questa fotocamera E' MOLTO più sensibile agli infrarossi (e anche agli ultravioletti!) di quella del Sig. Benni e di quelle che abbiamo utilizzato finora, e di cui abbiamo visto i chiari risultati.
Vediamo che succede.
Questa è la foto a luce ambientale. E' stata utilizzata una normale lampada casalinga sopra i bicchieri per illuminare la scena.
crediti: il proprietario ha preferito rimanere anonimo, benché abbia donato alla Fototecnica i suoi scatti. |
Strano? No.
Proviamo a spegnere la luce sopra i bicchieri e lasciare quella soffusa nell' altra stanza accesa.
crediti: il proprietario ha preferito rimanere anonimo, benché abbia donato alla Fototecnica i suoi scatti. |
A questo punto manca solo la termografia, eccola:
crediti: Claudio Longagnani, per gentile concessione (e le birre che gli devo per la consulenza salgono di numero...) |
In una termografia come vedete si nota chiaramente la traccia termica. Da notare anche il fatto che non riusciamo a vedere l' acqua: oltre a non rilevare dove comincia ad esserci liquido all' interno del bicchiere caldo (a sinistra), ma solo un alone diffuso, non vediamo nemmeno la struttura del bicchiere al di là dell' acqua (e non riusciamo a vedere la base nemmeno nel bicchiere freddo).
Vetro e acqua non sono trasparenti alle letture infrarosse delle vere riprese termografiche.
E' indicativo l' alone attorno al bicchiere caldo, e la riflessione degli infrarossi generati dal piano su cui è appoggiato, mentre il bicchiere freddo non presenta nessuna irradiazione di calore (per forza, è freddo!).
Confrontate la termografia con la prima foto (lo scatto standard) ...è la stessa scena.
Cambiata drammaticamente.
E' indicativo l' alone attorno al bicchiere caldo, e la riflessione degli infrarossi generati dal piano su cui è appoggiato, mentre il bicchiere freddo non presenta nessuna irradiazione di calore (per forza, è freddo!).
Confrontate la termografia con la prima foto (lo scatto standard) ...è la stessa scena.
Cambiata drammaticamente.
E la conclusione è una sola. E anche se non ci credete a me non piace scriverlo.
Purtroppo risulta chiaro che c'è "qualcosa in più" nel bicchiere sulla sinistra per farlo apparire diverso da quello di destra. E non è il calore.
Non può essere spiegato diversamente alla prova dei fatti, basati su prove strumentali.
In più il Sig. Benni ha utilizzato della luce ambientale, lo si evince dai riflessi interni dei bicchieri e nel piano illuminato sulla destra (presumibilmente il pavimento) ritratti nella sua "foto con traccia termica" che non lo è.
Purtroppo risulta chiaro che c'è "qualcosa in più" nel bicchiere sulla sinistra per farlo apparire diverso da quello di destra. E non è il calore.
Non può essere spiegato diversamente alla prova dei fatti, basati su prove strumentali.
In più il Sig. Benni ha utilizzato della luce ambientale, lo si evince dai riflessi interni dei bicchieri e nel piano illuminato sulla destra (presumibilmente il pavimento) ritratti nella sua "foto con traccia termica" che non lo è.
Ben diversa da quella che fa e proclama il nostro amico testimone.
Quella si chiama disinformazione, e stavolta è quella vera. Purtroppo.
La foto e le affermazioni del Sig. Benni risultano non corrispondenti alla realtà e non sono compatibili con le riprese effettuate con qualsiasi apparecchiatura utilizzata nei test, ad esclusione del termografo che ha rilevato il calore.
E' un dato di fatto.
Quella si chiama disinformazione, e stavolta è quella vera. Purtroppo.
La foto e le affermazioni del Sig. Benni risultano non corrispondenti alla realtà e non sono compatibili con le riprese effettuate con qualsiasi apparecchiatura utilizzata nei test, ad esclusione del termografo che ha rilevato il calore.
E' un dato di fatto.
A meno che (Benni, lo offro una scappatoia, pensi quanto le voglio bene) non sia tutto uno scherzo organizzato dalla Sua Mefistofelica Intelligenza, eseguito spillando acqua bollente con bollicine d' aria annesse, che rendono l' acqua biancastra per una decina di secondi o aggiungendo del latte all' acqua ad esempio.
La metodologia del "barbatrucco" non importa poi molto a questo punto.
Benché la scoperta di questa evidenza sia tragico, trovo esemplare e coraggioso che il Sig. Benni abbia voluto giocarmi questo scherzo ben riuscito mettendosi nei panni del gaio giullare della fototecnica, facendo la figura del sempliciotto per farla fare al sottoscritto. Stavolta mi hai fregato Benni, Touchè!
Ma non può essere così, non pensate male.
Benni NON può abbassarsi fino a questo punto.
Sarebbe come affermare che è affetto da Delirio di Onnipotenza e un tantinello di Sindrome di Thor, ma mi guardo bene dall' affermarlo.
Benni NON può abbassarsi fino a questo punto.
Sarebbe come affermare che è affetto da Delirio di Onnipotenza e un tantinello di Sindrome di Thor, ma mi guardo bene dall' affermarlo.
Perché Lui è uno dei serissimi membri del CUN: competente, profondo conoscitore della materia e nel Consiglio Direttivo ha l' incarico di Consigliere e "responsabile settore scientifico" , ma è soprattutto molto coerente con sé stesso rispetto a quello che afferma.
Chissà gli altri.
9 commenti:
complimenti per l'articolo e la tenacia nell' effettuare tutte le prove, per chi avesse ancora curiosità in merito posto un link interessante, il simulatore di spettro del corpo nero
http://phet.colorado.edu/sims/blackbody-spectrum/blackbody-spectrum_it.html
Come al solito Claudio, senza il tuo apporto l' articolo sarebbe stato incompleto!
Grazie di tutto!!!
Sono completamente ignorante in quanto a fototecnica, ma vorrei azzardare un'ipotesi sulla foto del Sig. Benni. E' possibile che nel bicchiere sia disciolto del semplice sale (o zucchero) in concentrazione assai elevata? Lo dico perchè l'ipotesi delle bollicine mi convince poco. Lo dico perchè se si trattasse di acqua calda di fontana la le bollicine dovrebbero essere più diradate sul fondo, mentre dalla foto si direbbero si direbbe qualsiasi cosa sia presente nell'acqua sia distribuita omogeneamente in tutto il bicchiere. L'acqua riscaldata su un fornello invece non dovrebbe generare così tante bollicine, ho solo qualche dubbio su quella riscaldata in un forno a microonde ma dubito che possa generare bolle così piccole...
Ammesso sempre che sia veramente acqua.
scusate i vari errori e refusi, ho scritto mentre lavoravo...
no prob!
grazie del contributo, in ogni modo lasciando scoorrere l' acqua dal normale rubinetto (se munito di miscelatore attuale) e aspettando che l' acqua raggiunga la sua massima temperatura, si generano nel bicchiere le bolle di aria micronizzata, che persistono per 10-15 secondi. Abbastanza per posizionare velocemente il bicchiere e scattare una foto.
Grazie per la risposta, ma sono proprio quel tipo di bollicine che non mi tornano. In pochi secondi quelle microscopiche bollicine dovrebbero cominciare a salire in superficie diradandosi sul fondo. Quindi la mia domanda era è possibile che una sostanza di facile reperibilità come il sale o lo zucchero se disciolte in acqua possano dare quelle effetto in una foto con filtro IR?
Tutto OK per l'analisi che hai fatto, ma non sarebbe stato più semplice ricordare che la band gap (banda proibita) del silicio [materiale di cui è composto il sensore della fotocamera] è di 1.1 eV che corrispondono alla lunghezza d'onda di circa 1100nm?
Tutto ciò che ha energia inferiore (infrarosso termico e quindi lunghezza d'onda superiore) NON PUÒ ESSERE RILEVATO DAL SENSORE STESSO!!!!
eh...con persone che son convinte di avere la plancia dell' Enterprise davanti, invece che la fotocamera.....bisogna essere chiari ed esaustivi.....
Sono un astronomo, e in astronomia il vicino infrarosso viene indicato con le lettere i, j, h, k, ... corrispondenti alle finestre di lunghezza d'onda in cui l'atmosfera è relativamente trasparente.
Capita che il vetro davanti al ricevitore si appanni (di brina, al telescopio di solito ci sono almeno 10 sottozero). Da un punto di vista termico l'emissione infrarossa cambia come quantità, ma non come colore tra 10 sottozero e 40 sopra zero, siamo sempre intorno a 300 gradi sopra lo zero assoluto.
Bene, in banda J (1,2 micron) e H (1,6 micron) la brina si vede nera contro il cielo, più chiaro (ed è bello buio, ovviamente, solo che una telecamera astronomica infrarossa è MOLTO sensibile). Solo in banda K (2,2 micron) si comincia a vedere qualche emissione.
Quindi non c'è verso che con un sensore che arriva a malapena a 1,2 micron si possa vedere emissione termica di qualcosa a temperature "normali". Servirebbero almeno 3-400 gradi, per cominciare ad intravedere qualcosa di debolmente "incandescente" a queste lunghezze d'onda. Anzi si può far la prova, accendere un fornello, aspettare che il bruciatore si scaldi per benino, controllando la temperatura con la termocamera, e poi vedere (spento il fuoco) fino a che temperatura la "nightshot" vede qualcosa.
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